La meraviglia dell’arte culinaria sta nel fatto che coinvolge tutti e 5 i sensi. Gusto e olfatto, certo,ma un piatto per attirarci deve essere anche bello (vista), non deve avere consistenze strane o fastidiose (tatto) e deve anche suonare bene nelle nostre orecchie.
Nel settore Food negli ultimi anni sta crescendo l’attenzione rivolta a quest’ultimo senso, che fino ad ora era rimasto un po’ più in disparte.
Vi è mai capitato di avere l’acquolina in bocca a sentire il rumore della pancetta che sfrigola in padella, di provare piacere a mescolare una pasta cremosissima, di deliziarvi al suono di pane croccante che viene tagliato? Ecco, il potere che ha il suono del cibo non va sottovalutato.
E nel mondo della comunicazione lo stanno capendo in fretta; quindi sono iniziate diverse sperimentazioni sia nel settore pubblicitario (seguendo pratiche di sound design), che sui profili social dei nostri food vlogger. Avete già testato il potere coinvolgente che possono avere le video- ricette che ti fanno sentire i rumori della preparazione? Ti trasportano in cucina ovunque tu le stia ascoltando.
Tra i primi studiosi a interessarsi al tema troviamo Spence e Zampini, che nel 2004 hanno condotto uno studio per capire meglio quanto il suono (nel loro esperimento, il rumore delle patatine) influenzi la percezione della qualità del prodotto.
Il risultato? Le patatine più rumorose sono percepite come più fresche e di maggiore qualità. Il cibo più fa rumore, più è buono. Questa informazione non è sfuggita ad aziende come la Kellog’s, che studia le ricette dei suoi cereali per renderli più croccanti possibile; Magum sfrutta questa caratteristica costruendo spot pubblicitari sul Crack che si produce quando si morde la croccante copertura del loro gelato, mentre KitKat lavora molto sul rumore che fa il celebre dolcetto quando viene spezzato.
Come sfruttare queste informazioni?
Per le aziende che operano nel settore Food and Beverage questa potrebbe essere un’interessante occasione per creare contenuti originali e coinvolgenti, sempre nell’ottica di accorciare le distanze fra produttore e consumatore. Per esempio, potreste creare un video in cui si svela il “dietro le quinte” della preparazione più famosa del vostro ristorante a suon di sfrigolamento in pentola oppure una semplice storia Instagram in cui versate la vostra birra artigianale in un bicchiere e lasciate che sia la sua effervescenza a parlare. Il necessario per diventare maestri del Food Sound: un microfono per amplificare i suoni e voglia di sperimentarsi! Il trend da tenere d’occhio: stanno spopolando i video ASMR (che sta per “risposta autonoma del meridiano sensoriale”).
Questa pratica di rilassamento agisce facendo come un “massaggio celebrale” e viene stimolata da sussurri, crepitii e, sì, anche dal rumore delle persone che mangiano. Ci sono canali interi su YouTube dedicati a persone che si riprendono mentre mangiano e, grazie all’utilizzo di microfoni, permettono di sentire amplificati tutti i suoni della masticazione. Se questo tipo di suoni non vi infastidisce, vale la pena scoprire questo trend: pensate che ci sono video che superano 20 milioni di views. Le persone li utilizzano per rilassarsi e per addormentarsi (il picco delle ricerche si ha infatti attorno alle 22:30, secondo un report di Think with Google).